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L’impatto del degiovanimento sugli eventi demografici è destinato a
          produrre effetti non solo nel breve periodo, ma anche e soprattutto in
          quello medio-lungo. Tuttavia, volendo vedere quali siano le condizioni di
          vita dei giovani oggi e limitandosi solo ad alcuni dei foci possibili, pos-
          siamo evidenziare, ad esempio, come il contesto familiare influisca sul-
          la condizione occupazionale dei più giovani e sul loro investimento in for-
          mazione. È stata condotta un’analisi sul sottoinsieme di giovani di età
          compresa tra i 15 e i 34 anni che vivono ancora nella famiglia di origine,
          e che corrispondono a 8,6 milioni di individui, il 68,1% di quella classe
          d’età. È necessario innanzitutto distinguere tra due classi di età: infatti,
          i giovani fino a 24 anni sono spesso ancora inseriti nei percorsi di istru-
          zione, ma tra i 25 e i 34 anni le traiettorie si differenziano maggiormente.

             D’altro canto, la presenza di figli
          più o meno giovani nella famiglia di   Una generazione
          origine è condizionata anche dall’età
          della persona di riferimento della fa-     che ha bisogno
          miglia, con la conseguenza che i figli
          più giovani si trovano soprattutto nel-  di essere capita...
          le famiglie in cui il capo famiglia è me-
          diamente più giovane. Difatti, i figli tra
          15 e 24 anni sono presenti soprattutto nel-
          le famiglie a basso reddito con stranieri, in quelle a basso reddito di soli
          italiani e nelle famiglie di impiegati, mentre l’incidenza dei figli di età com-
          presa tra i 25 e i 34 anni è più elevata nelle famiglie degli operai in pensio-
          ne e di anziane sole. Analizzando separatamente le due classi di età ap-
          paiono più chiare le specificità dei gruppi. I ragazzi tra 15 e 24 anni sono
          studenti in oltre sei casi su dieci, incidenza che diviene più elevata nel-
          le famiglie di impiegati, in quelle delle pensioni d’argento e, soprattutto,
          in quelle della classe dirigente (88,2%). Inoltre, il gruppo della classe diri-
          gente è l’unico nel quale oltre un quarto dei giovani tra i 25 e i 34 anni ri-
          sulta ancora inserito in un percorso formativo, al fine di conseguire titoli di
          studio più elevati da spendere sul mercato del lavoro.
             È proprio tra i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni che diventa-
          no più evidenti le differenti possibilità di entrare nel mondo del lavoro do-
          vute all’estrazione sociale della famiglia: nel complesso circa il 30% vor-
          rebbe lavorare e cerca lavoro in modo più o meno attivo (disoccupato o
          forza di lavoro potenziale), ma la quota varia da un minimo del 21,3% dei
          giovani che fanno parte di una famiglia della classe dirigente fino ad arri-


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