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pesantemente in conflitto – che da
          tempo si è consumato il divorzio tra     Come si diventa
          giovani  e  Chiesa.  L’obiettivo,  dun-
          que, non è la partecipazione alla pra-          adulti oggi?
          tica religiosa, ma il guadagno di una
          stima, di un riconoscimento per il quale
          il racconto evangelico può ancora dire qualcosa di autenticamente uma-
          no per le nuove generazioni in cerca di Senso e di un ruolo nel mondo.
             Il vangelo è anche la storia di un legame, come racconta la parabola
          del discepolo che osa appoggiare il proprio capo sul petto di Gesù. Il cri-
          stianesimo è il legame con una persona (ricordava Benedetto XVI nell’en-
          ciclica Deus caritas est), ed è interessante che le azioni educative più forti
          nella storia della Chiesa siano sempre avvenute in un contesto di relazione.
             Esiste un tempo della vita in cui si forma pazientemente una “gramma-
          tica degli affetti e dei sentimenti”; un “alfabeto delle relazioni”: s’impara fin
          da bambini in maniera quasi spontanea, veicolata dall’esperienza familia-
          re, che solo nella giovinezza viene acquisita definitivamente mettendo in
          gioco la vita. Il problema è che una giovinezza così allungata da non sem-
          brare mai finita, favorisce la convinzione che questa educazione degli af-
          fetti sia sempre un esperimento alquanto aperto, temporaneo, provvisorio.



           3. Il dovere della restituzione (e il diritto di ricevere)
             Affinché il desiderio degli adulti di parlare dei giovani non risulti una
          pretesa inappropriata, i grandi dovrebbero confessare apertamente la re-
          sponsabilità di aver consegnato alle nuove generazioni un mondo non
          proprio all’altezza delle attese e delle speranze che le stesse nuove ge-
          nerazioni meriterebbero. Per esempio, quando hanno loro preparato un
          futuro all’insegna del facile consumo, della chiacchiera, della ricerca os-
          sessiva del potere e del primato economico-finanziario. Anche la Chiesa
          ha le sue responsabilità, quando non è riuscita a consegnare una religio-
          ne più affascinante, magari anche per la testimonianza poco coerente di
          alcuni che hanno riempito le cronache recenti…

             Abbiamo bisogno di restituire dignità morale all’idea che diventare
          grandi non solo è inevitabile, ma è anche bello, anche se comporta il
          cambiamento di tante cose, dal corpo alle responsabilità; aspettando
          quel tempo in cui viene il momento di restituire, di prendersi cura, di dare,

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