Page 8 - Annali settembre
P. 8

che e soprattutto in una fruizione piena del tempo libero. Tutto ciò che
          ai nostri ragazzi è spesso negato, soprattutto in alcune aree del paese.
             Le differenze economiche tra il Nord e il Sud del nostro paese infat-
          ti, su questo tema, si fanno ancora più acute e stridenti. In Calabria ad
          esempio, la regione da cui scrivo, solo un bambino su 100 frequenta un
          nido pubblico o convenzionato, e circa l’80 % dei bambini e adolescenti
          in età scolastica non è andato a teatro o visitato mostre e musei nell’ulti-
          mo anno. Situazioni non troppo dissimili attraversano Campania, Sicilia e
          Puglia ma anche ampie aree periferiche delle grandi città del centro-nord.
          E altrettanto drammatico è il dato che sottolinea come il 94% dei bam-
          bini italiani non abbiano la possibilità di giocare in strada, o che solo uno
          su tre abbia un parco o un giardino vicino casa, con buona pace del di-
          ritto al gioco sognato dall’articolo 31 della Convenzione ONU dei dirit-
          ti dell’infanzia.

             La freddezza dei numeri diventa agghiacciante quando entra, senza
          tanti complimenti, nella vita e nelle storie concrete di persone e famiglie,
          di intere comunità, quartieri, paesi, condannati per nascita e per “rango”
          ad una perpetua immobilità sociale, in un sistema di Caste tanto rigido
          quanto subdolo e strisciante. Sono i figli dei poveri i futuri poveri, alla fac-
          cia del merito e della Costituzione che proclama “è compito della Repub-
          blica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
          di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno svilup-
          po della persona umana”.
             Sono quasi sempre i figli dei poveri i “drop out”, la perdita non ripa-
          rata del sistema scolastico, i troppi dispersi dalle aule, quelli che avran-
          no più difficoltà a trovare un lavoro, che gonfieranno i numeri del preca-
          riato, dei contratti a nero, della disoccupazione, e a volte riempiranno le
          aule dei tribunali, perché, per dirla con Manzoni, “I poveri, ci vuol poco a
          farli comparir birboni”. E, con buona probabilità, saranno coloro che offri-
          ranno le medesime condizioni di partenza ai propri figli, perpetuando un
          circolo vizioso di ingiustizia.
                                                             Un’ingiustizia di
             I poveri, ci vuol poco                      tale portata assume
                                                         connotati ancora più
          a farli comparir birboni                       inquietanti se inqua-
                                                         drata in un contesto
                                                         di portata sovranazio-


       6  3 / duemiladiciannove
   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12   13