Page 13 - Aprile
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TEMA DEL MESE                            Arte è pensiero ed emozio-
                                                   ne, storia individuale e col-
          I messaggi dell’arte             L’lettiva, mezzo di comunica-
                                            zione, fonte di messaggi, di armonia,
                                           di equilibrio. Perché un quadro si rac-
          a cura di Isa Sarullo
                                          conta in una grande sinestesia di ge-
                                       sti, sguardi, ambienti, umanità. Il suo è
                                  un linguaggio visivo  che, pur avendo un suo
          tempo, si presta ad essere letto come il tempo della vita che lo spettato-
          re filtra, lasciando passare quello che le sue più intime scelte suggerisco-
          no in modo più o meno consapevole. E l’immagine ha un impatto emo-
          tivo diretto: la guardiamo, la riconosciamo dentro di noi, la accogliamo.

             Questa pagina ci propone un dipinto custodito nella Parrocchia di san
          Vincenzo a Bologna, uno dei tanti che raccontano la storia della Carità di
          un santo, appunto san Vincenzo de’ Paoli, attorniato da figure significa-
          tive (un uomo, dei bambini, una Figlia della Carità). Il quadro assolve de-
          gnamente al compito di valorizzare la funzione nobilmente pedagogica
          dell’arte. Correva il secolo XVII e l’Apostolo della carità veste definitiva-
          mente il suo fare e il suo dare dell’abito, esemplare di innamorato e fede-
          le assistente del Cristo-povero, da soccorrere e accompagnare in spirito
          di semplicità, amabilità e mitezza. E Vincenzo lo fa, con tutta la tenerezza
          e la compassione che, nella reciprocità del rapporto, diventa scambio di
          dono divino. Vincenzo, nella tela, si colloca in un piano superiore rispetto
          a quello degli altri personaggi, non certo per rispondere ad una esigen-
          za di superiorità personale, ma perché la celebrazione e l’esaltazione del-
          la sua umile e sofferta missione venisse degnamente esaltata. Lo sguar-
          do chino, l’abbraccio protettivo, il pane nella mano che si tende verso il
          fratello, sono indicatori irresistibili della vitalità di un amore gratuito che è
          linfa irrinunciabile per un magistero di forte testimonianza. Nel dinamismo
          del passaggio naturale dall’amore per Dio a quello per il prossimo, l’inti-
          mità affettiva pretende, per diventare utile azione, la traduzione concreta
          in un amore effettivo che dia forza alle nostre braccia e imperli di sudo-
          re la nostra fronte, finalizzi “il fare” attraverso la sofferenza, la mortifica-
          zione, l’accettazione, la condivi-
          sione, l’efficacia della missione.
          Erano allora tanti, e sono oggi         Fame di pane,
          tanti, i dimenticati della società.
          Cristo bussa alle porte del mon-    di giustizia, di Dio.


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