Page 15 - Annali Carita
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chezza di umanità o comunque in relazione. Umana, quindi, figlia origi-  TEMA DEL MESE  ualcuno, una sera di sei anni
 naria di Amore.                                  fa, mi parlò del nuovo carce-
 Si aprono e si chiudono i cancelli e li attraversano uomini, detenu-  In carcere con  Qre a pochi km dalla mia cit-
 ti, agenti, operatori, volontari. Tra loro, accanto a loro, un Dio non sem-  tà e mi sentii subito figlia innamorata
 pre riconosciuto, molto spesso tradito, ma sempre silenzioso maestro   i “miei ragazzi”  di quel servizio. Mi affidai spontanea-
 di speranza. Quella speranza che rifiuta le arrese e non chiude i cancelli   mente a quel richiamo, forte del dono
 del futuro; quella alimentata dal ricordo di un pane sano fatto in casa sul-  a cura di Isa Sarullo  che mi veniva offerto. Passò un anno
 la mensa di un’infanzia mai veramente cancellata nella sua purezza, nel-  prima che ricevessi risposta alla mia do-
 la tenerezza della libertà.       manda e la convocazione mi creò l’ansia e l’at-
 Regala al pensiero, fratello, un “fine pena” sempre possibile e l’uni-  tesa della principiante. Perché così è: la carità ha sempre un primo giorno
 ca regola sarà l’assenza di giudizio, perché per me, fratello, non conta   di scuola senza tempo né spazio ma col volto riconoscibile di chi chiama
 il tuo passato, non so né posso darti un futuro, ma posso suggerirti un   e indica la strada.
 tema perfetto per i tuoi rimpianti e i tuoi desideri. Quello dell’Amore. Stan-  Campagna intorno  e  un  grande  silenzio.  Anche  il  mio  cuore  aveva
 ne certo: riaprirà le porte dei tuoi dialoghi, modificherà le tracce della tua   messo un freno ai battiti davanti al primo cancello. Documenti. Due agen-
 eredità, ti regalerà la forza di riabbracciarti o, comunque, per combatte-  ti mi accompagnano dalla Direttrice. “Quali attività intende svolgere con
 re le tue battaglie. Quell’amore avrà rispetto non solo per gli altri, ma an-  i detenuti?”. “Non so, dove e come posso essere utile. Forse…la paro-
 che per te stesso. Potrà essere per te convento, tempio, pagina di Cora-  la…la scrittura….” “Preferirebbe stare con i detenuti “comuni” o con quelli
 no o altro rifugio di culto, non avrà dimensioni terrene né forza o risposte   ”protetti”?. “Quali sono i più soli?” “I protetti, nessuno vuole dedicare loro
 umane, né destinatario perfetto se non l’imperfezione; non lo sceglierai   del tempo”. “Allora potrei farlo io, se crede”.
 se non dopo che lui ti avrà già scelto. Ricorderai di avere un’anima divi-
 na imprigionata in un corpo fragile e, piangendone il limite, avrai nostalgia   Così ebbe inizio l’esperienza più intensamente vissuta del mio servizio
 dell’origine e disegnerai per te un aquilone. Passerà tra le sbarre. Basterà   di volontaria vincenziana. Così ancora vivo nel cuore e sulla pelle questi ir-
 che tu lo voglia. Potrà strisciare come pennellata su una tela, giocare con   rinunciabili appuntamenti.
 le parole di un racconto o di una poesia, dissetare la tua sete di cono-
 scenza su testi di antica o nuova cultura, potrà riversare in uno sguardo   Cancelli, corridoi, ancora cancelli, controlli. “Ho solo matite e fogli!...
 attento la confusione del suo sguardo e in un orecchio attento verità for-  forse un giornale…un libro…una foto…”, un pezzo “del fuori” che attraver-
 ti e coraggiose, potrà…potrà…cercare la bellezza senza limiti o confini.   sa i muri con la pietà della conoscenza e del conforto.
 Forse il filo dell’aquilone si potrà spezzare e farne perdere le tracce.   Ultimo cancello. La biblioteca. Spoglia di libri. Oggi non ce ne stanno
 Ma sappiamo che quel materiale attraversa i controlli senza ostacoli per   più. Ma continuano ad arrivare e a dare vita alle pareti di altre sezioni. Una
 sollecitare ancora la tua volontà.   piccola – grande conquista.
 Certo, il danno rimane e il rimedio resta d’obbligo. Ma la soluzione, ri-  Ore 9,30 del mercoledì. Di ogni mercoledì. “Chi devo chiamare? Mi dia
 parativa o rigenerativa, passa innanzi tutto, in termini molto semplici ma   l’elenco dei nomi”. “Non importa. Vada su e dica che sono arrivata. Può
 non semplicistici, attraverso questi percorsi.   scendere chi vuole!”. Di solito 14, 15. A volte solo 5. Non chiedo mai il per-
 Fratello, senti? Si apre il cancello del corridoio della tua cella. Sono   ché. Non chiedo mai i perché. Non m’interessano le loro storie di vita. Non
 io. Sono la volontaria vincenziana che viene ogni settimana a parlare con   sono lì per questo. Ho saputo della liberazione di uno di loro (cosa molto
 te. Ti prego, non rifiutare l’incontro. Il dono che ogni volta mi fai è per me   rara) dagli stessi compagni, dopo che tutti i mass-media ne avevano am-
 di grande conforto. Non perdiamo tempo. Perché il tempo, in carcere, è   piamente parlato a livello nazionale! Riconosciuto innocente dopo 16 anni
 solo il corpo che cambia. §  di detenzione. Ripensai con tenerezza e ammirazione alla grande digni-

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